lunedì 28 dicembre 2009

1 - Il Curriculum

Cap. 1



IL CURRICULUM



L. Tinelli in “Caso Vito Carlo Moccia”, pag. 5



L’aver espresso questa critica, fa pensare a una persona che disapprova l’ostentazione vanitosa e ridicola di meriti probabilmente limitati se non inesistenti. Un biasimo condivisibile. Meno condivisibile, per chi professa la modestia di chi è autorevole nel suo campo, è creare un sito web, www.loritatinelli.it, al solo scopo di pubblicare un interminabile curriculum (tre pagine principali più le sottopagine). Appare come una contraddizione.

Però, prima di criticare questo voluminoso curriculum, al fine di fare un confronto diamo uno sguardo al curriculum di un’autorità nel campo della dr.ssa Tinelli, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, il dott. Giuseppe Luigi Palma:

  • Laureato in Psicologia presso l'Università di Padova nel 1981, Psicologo Psicoterapeuta.

  • Formazione ad orientamento Psicodinamico.

  • Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi.

  • Psicologo dipendente presso un Consultorio famigliare della AUSL LE/1.


Un sobrio elenco in quattro punti, che riassume l’essenziale delle sue competenze. Passiamo ora al curriculum della dr.ssa Lorita Tinelli che critica il "
riportare quanti più titoli può”:

  • laureata in Psicologia ad indirizzo Clinico e di Comunità presso l'Università di Roma La Sapienza;

  • titolo di Grafologa, presso l'Università degli Studi di Urbino;

  • formata in Criminologia Giudiziaria presso l'Università di Bari;

  • svolge la libera professione in qualità di psicologa e di grafologa.


Fin qui sono le referenze che tutti indicheremmo. Siamo 4 a 4 con il Presidente Nazionale dell’Ordine. La meno sobria Tinelli prosegue però con un chilometrico inventario che contiene di tutto come la zuppa del casaro:


  • [formata] in Mediazione Familiare;

  • docente di Psicologia della Comunicazione e di Marketing presso istituti professionali privati;

  • docente presso il corso di Alta Formazione Ricorrente in Criminologia Generale Applicata e Penitenziaria, presso l'Università di Bari;

  • Perito e Consulente tecnico presso i Tribunali;

  • studiosa di Criminologia e Criminalistica;

  • esperta conoscitrice delle dinamiche di gruppo e studiosa delle tecniche del Controllo Mentale;

  • ha fondato il CeSAP, di cui è anche Presidente;

  • consulente per l'aiuto alle vittime di controllo mentale e di abuso psicologico da parte di sette, sedicenti carismatici e gruppi a sistema totalitario (nell'ambito del Ce.S.A.P);

  • collabora con Istituzioni pubbliche e private producendo ricerche anche su fenomeni emergenti, quali:




    • La tossicodipendenza come reazione di conflitti generazionali (Dipartimento di Socializzazione dell’Università La Sapienza di Roma, 1989);

    • Indagine conoscitiva della cultura dello sballo (Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Noci, 1999);

    • Il disagio nella pre-adolescenza: risultati di una sperimentazione (Istituto 'Girolamo Moretti', Urbino, 1999);


  • collabora con il Comune di Noci all'applicazione della legge 285/97 per la tutela dei minori;vice-presidente e socio fondatore dell'Associazione Famiglia per Tutti ONLUS;

  • psicologo-consulente di alcuni Istituti Secondari;

  • ha realizzato per la Loffredo Editore un cdrom interattivo allegato al testo di Educazione alla Convivenza Civile, dal titolo 'Missione possibile', per le scuole medie;

  • Fra i suoi studi relativi al controllo mentale:


    • Mutamenti psicologici nel processo di affiliazione ad una setta (Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e di socializzazione, Università La Sapienza di Roma, 1996);

    • Il reato da controllo mentale: quando una setta diventa un’organizzazione criminale (Dipartimento di Criminologia Generale e Penitenziaria, Università di Bari, 2000);


  • scrive su quotidiani e periodici, Iscritta all’Ordine dei Giornalisti;

  • direttore responsabile della rivista LABYRIS;

  • ha pubblicato Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, 1998;

  • Ha partecipato come esperta ad un serie di trasmissioni televisivi (sic) e radiofoniche nazionali e private:


    • 'Chi l'ha visto?' - Rai 3;

    • 'Radio Anch'io' - Radio Rai;

    • Radio TAU;

    • Radio Maria;

    • La 7.



Non vengono menzionate le letterine scritte nell’infanzia a Babbo Natale, ma anche così Tinelli batte Presidente Nazionale dell’Ordine 32 a 4, e questa è solo la prima pagina. Ve ne sono altre due,
Articoli e Pubblicazioni, che verranno trattate nel prossimo capitolo.


Definirsi degli esperti specializzati in Criminologia, Mediazione Familiare, tossicodipendenza, dinamiche di gruppo, Controllo Mentale, Grafologia, disagio nella pre-adolescenza, docente di Marketing, ecc. che sono specializzazioni così distanti e slegate tra loro, la rende una sorta di Specialista in Tutto. In genere si ricorre alla quantità per mascherare la qualità, e più che ad ambiti di approfondita competenza, questo carniere di specializzazioni sembra una collezione di onorificenze. Un medagliere da esibire come trofeo, sul cui valore è meglio essere prudenti, perché analizzando le singole voci troveremo delle sorprese. Iniziamo quindi l’analisi delle voci che compongono il curriculum.


  • formata in Criminologia Giudiziaria presso l'Università di Bari


Per chi si atteggia a esponente del mondo accademico l’uso dell’aggettivo “formato” lascia disorientati. Non è una qualifica riconosciuta, un aggettivo a cui corrisponda un preciso titolo. In pratica non significa niente. Si può essere formati al conseguimento di un Attestato di Partecipazione. Mancano anche le specifiche che indichino quale sia il corso frequentato all’Università di Bari. Specifiche che invece compaiono in merito alla laurea. Questo rafforza il sospetto che anziché una svista quel “formata” venga usato di proposito.


  • [formata] in Mediazione Familiare


Quella del consulente in Mediazione Familiare non è una professione regolamentata. Non esiste un organo istituzionale vigilante come un Albo o un Ordine professionale, né dei requisiti minimi definiti dallo Stato per poterla esercitare. Può essere praticata da chiunque. Già così è un titolo con ben poco merito, ma vantarlo diventa stridente se a farlo è chi definisce i counselor (altra professione non regolamentata) con un severo ciarlatani e li accusa di “danneggiare profondamente l'utenza che a loro si rivolge.

Nessuna eccezione. La totalità dei counselor
è per la Tinelli colpevole di danneggiare profondamente. Impegnata in una campagna in difesa della sua categoria professionale dalla concorrenza, definisce ciarlatani i concorrenti, ma non si fa scrupoli a vantare una qualifica per la quale, al pari degli odiati counselor, anche lei non ha competenze legalmente riconosciute. C’è di più. Se può apparire lecito che una psicologa lamenti l’intrusione nel campo della Psicologia di chi psicologo non è, un biasimo ancora maggiore va rivolto a chi vanta il titolo di Mediatore Familiare, che oltre a quelle di psicologo richiede competenze proprie alla Sociologia e alla Giurisprudenza. E la dr.ssa Tinelli non è né avvocato né sociologo.

  • docente presso il corso di Alta Formazione Ricorrente in Criminologia Generale Applicata e Penitenziaria, presso l'Università di Bari


All’apparenza un incarico di prestigio, ma chi pensa che la Mediatrice Familiare sia una docente universitaria sappia che è in errore. Sul sito dell’università c’è il bando di questo corso, e lì è possibile apprendere che la Tinelli non è nell’elenco dei “Docenti universitari”, ma negli “esterni” (di cui il corso eventualmente “si potrà avvalere”).

Per particolari competenze è comune che un ateneo si avvalga di personale esterno, non necessariamente con qualifiche accademiche. Per esempio, in un corso di metallurgia può essere istruttiva l’esperienza di un fabbro che da una vita lavora sul suo incudine, ma questo non fa di lui un docente universitario. Dal bando si apprende inoltre che la Tinelli è definita “esperta di culti e sette sataniche”. Una qualifica che, violando le leggi della probabilità, non figura nel suo lungo curriculum. Questo può voler dire due cose: che l’università considera sufficiente la superficiale conoscenza che la Tinelli può aver acquisito sul satanismo nel suo interessarsi di abusi psicologici, oppure che all’università la dr.ssa Tinelli si è presentata come “esperta di culti e sette sataniche”, ma stranamente nasconde questa qualifica nel suo curriculum.

Infine le ore di docenza. Il corso deve raggiungere un numero minimo di iscritti, ma diamo per scontato che si siano tenuti e diamo per scontato che si siano avvalsi della docente esterna Tinelli: sono tre anni che “l’esperta di sette sataniche” figura nel bando del corso, con un totale di 16 (sedici) ore di insegnamento, così suddivise:

        Anno accademico 2006/7 - ore di lezione: 9

        Anno accademico 2007/8 - ore di lezione: 2

        Anno accademico 2008/9 - ore di lezione: 5


Fanno una media/anno di 5 ore e 20 minuti per un corso che di ore ne totalizza 1000. Definirsi docente a queste condizioni richiede molta disinvoltura.


  • Perito e Consulente tecnico presso i Tribunali


Benché sia sostanzialmente vero, la docente Tinelli proprio non sa resistere: deve immancabilmente esagerare. Nella realtà si è consulenti presso “il Tribunale di” e non presso
i Tribunali. Anche questa però non è una qualifica significativa. Chiunque iscritto ad un albo può iscriversi come Consulente Tecnico d’Ufficio presso un tribunale. Non serve neppure una laurea, gli elenchi comprendono anche categorie come geometri o esperti di aceto balsamico. Per iscriversi si deve solo presentare la richiesta. Anzi, per essere CTU non serve neppure essere iscritti presso il Tribunale, già che il giudice può nominare chi vuole e l’elenco dei CTU è in pratica una rubrica telefonica. Anche questa qualifica, all’apparenza altisonante ma nella realtà così poco significativa, viene riportata, da chi critica chi continua a riportare nella, sua biografia quanti più titoli può (la virgola è conforme all’originale.)



L. Tinelli in “Caso Vito Carlo Moccia”, pag. 5


  • studiosa di Criminologia e Criminalistica


Siamo al gioco delle 3 carte. L’inserimento di questa voce sei righe dopo aver scritto “formata in Criminologia Giudiziaria” è un trucco da prestigiatore: non è che una ripetizione per allungare la lista delle onorificenze. È ovvio che chi ha frequentato un corso di criminologia può dirsi studioso di criminologia, ma si tratta della stessa cosa. Dopo averci storditi con una girandola di Periti, Tribunali, Mediazioni Familiari, Alte Formazioni Ricorrenti, ecc., prova a venderci per due volte la stessa merce.

  • esperta conoscitrice delle dinamiche di gruppo e studiosa delle tecniche del Controllo Mentale


Anche per questa qualifica di “esperta” vale lo stesso discorso appena fatto, perché questa competenza sulle dinamiche di gruppo e sul controllo mentale viene seguita due righe dopo da:

  • consulente per l'aiuto alle vittime di controllo mentale e di abuso psicologico da parte di sette, sedicenti carismatici e gruppi a sistema totalitario (nell'ambito del Ce.S.A.P)


Del controllo mentale prima si definisce studiosa e successivamente consulente. Va da sé che chi è consulente di viticoltura è un esperto in tale materia. Però attenzione: consulente
nell'ambito del CeSAP, l’associazione che ha creato lei e ha sede a casa sua. Da brava massaia, impasta un’Associazione sul tavolo di cucina, poi di questa associazione al forno si nomina Consulente (e Presidente Nazionale). Adottando questo criterio, potrebbe aggiungere pure “Specialista delle tecniche del plagio” e “Qualificata nell’aiuto alle vittime di manipolazione del pensiero”.

  • psicologo-consulente di alcuni Istituti Secondari


“Alcuni Istituti”. Ad essere indulgenti, potremmo definirla una voce di una reticenza sospetta. Dopo che si è attribuita il titolo di docente per aver dato - nella migliore delle ipotesi - cinque ore di lezione all’anno su un argomento di cui lei stessa non presenta qualifiche, queste evasive consulenze con alcuni Istitutisono credibili come i Rolex d’oro venduti a pochi euro davanti agli Autogrill autostradali. Dica quali sono e ne prenderemo atto. Al momento non sono che boutade da pescatore, il cui pesce cresce più di quelli geneticamente modificati.

  • collabora con Istituzioni pubbliche e private producendo ricerche anche su fenomeni emergenti, quali:

    • La tossicodipendenza come reazione di conflitti generazionali (Dipartimento di Socializzazione dell’Università La Sapienza di Roma, 1989);

    • Indagine conoscitiva della cultura dello sballo (Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Noci, 1999);

    • Il disagio nella pre-adolescenza: risultati di una sperimentazione (Istituto 'Girolamo Moretti', Urbino, 1999);


Qui la faccenda si fa divertente. Dicendo collabora, si intende che queste decennali collaborazioni sono tuttora in corso. Di conseguenza, le tre voci indicate devono essere appena degli esempi di quanto prodotto (altrimenti sarebbe stato corretto scrivere “dieci anni fa ha prodotto 3 ricerche”). Se ne ricava l’idea che terminati gli impegni inerenti la professione di psicologa e grafologa che (sostiene) svolge nel suo studio, e dopo aver interpretato - novella Fregoli - un vortice di ruoli in cui si veste da docente (universitario), consulente (su sette e gruppi totalitari), perito (dei Tribunali), esperta (di controllo mentale e abusi psicologici), psicologo-consulente (di alcuni Istituti Secondari), studiosa (di criminologia) ecc., l’inarrestabile Tinelli trova pure il tempo per produrre nuove ricerche che Istituzioni (pubbliche e private) poi le pubblicano. Sarà così? Ovviamente la domanda è retorica e serve a introdurre la disamina di queste ricerche, che ipotizziamo essere le più rilevanti.

In merito alla prima ricerca, “
La tossicodipendenza come reazione...”, va rilevato innanzitutto che in una perizia del 2006, che vedremo più avanti, indica l’anno 1990 e non il 1989.



La perizia che riporta come anno il 1990




Sezione del curriculum che riporta come anno il 1989 (20 anni fa)



Quella che in un altro contesto sarebbe una banale svista, in un riferimento bibliografico diventa una sciatteria che da sola è motivo di discredito, ma l’aspetto più spinoso è che all’Università La Sapienza non risulta. Anche cercando “Tinelli” sul database dell’università non si ottiene alcun risultato. Strano. È davvero strano che a un’università non risulti un testo che lei stessa ha pubblicato.

Stesso risultato lo si ottiene cercando “
Indagine conoscitiva della cultura dello sballo”. Contrariamente alla stucchevole diceria che vuole i dipendenti pubblici degli sfaccendati, all’Assessorato del Comune di Noci sono disponibili e di una cortesia squisita, ma dell’indagine conoscitiva non hanno fornito alcuna notizia. Potrebbe trattarsi di un altro errore, questa volta dell’Assessorato del Comune di Noci, che viene a sommarsi a quello dell’Università La Sapienza, ma certo è una coincidenza poco credibile.

Finalmente
Il disagio nella pre-adolescenza: ecc. esiste, ma definirla una collaborazione con un’Istituzione, è come vantarsi di aver “fatto” Aspettando Godot con Strehler, da parte di chi strappa i biglietti all’ingresso del teatro. L’Istituto G. Moretti è la scuola dove la Tinelli ha frequentato il corso di Grafologia e Il disagio nella pre-adolescenza è la tesi di fine corso. Oltre che nella preadolescenza, il disagio lo si avverte anche da adulti nel provare a considerarlo un equivoco. Inoltre c'è da rilevare che è del 1998 e non del 1999 e mostra di non sapere neppure come si scrive l'argomento della sua tesi: preadolescenza, senza il trattino.


Vediamo ora:

  • Fra i suoi studi relativi al controllo mentale:

    • Mutamenti psicologici nel processo di affiliazione ad una setta (Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e di socializzazione, Università La Sapienza di Roma, 1996);

    • Il reato da controllo mentale: quando una setta diventa un’organizzazione criminale (Dipartimento di Criminologia Generale e Penitenziaria, Università di Bari, 2000).


Così apprendiamo che a Godot vanno aggiunti La Locandiera e l’Amleto. I due lavori indicati, non sono studi che l’Università La Sapienza e l’Università di Bari hanno pubblicato, ma rispettivamente: la tesi di laurea in Psicologia e la tesi del misterioso corso di criminologia che abbiamo visto all’inizio. La dr.ssa Tinelli vanta pubblicazioni mai pubblicate. C’è dell’altro. Avendo già elencato in precedenza entrambe le qualifiche di Psicologa e Criminologa, menzionare genericamente come “
studi” quelli che in realtà sono i lavori conclusivi di questi corsi è un mezzuccio per arricchire un inconsistente palmares con medaglie di latta.

In merito allo “studio” che l’Università di Bari non ha mai pubblicato, va precisato che un suo estratto è stato davvero pubblicato. Però non su una rivista, lo si trova sito web del CeSAP, la sua associazione di cui è Presidente e Consulente. Compare in questa pagina, dove alla fine si legge:
Tratto Da 'Controllo mentale e reati: quando le sette diventano organizzazioni criminali' di Lorita Tinelli (1999) Tesina presentata al Dipartimento di Criminologia Genrale (sic) e Penitenziaria.. È la terza volta che troviamo un suo lavoro citato in due diversi ambiti, ed è la terza volta che le date sono differenti. Nel sito-curriculum l’anno è il 2000, nel sito del CeSAP è il 1999. Chi conosce gli standard del mondo accademico, aspetti a scuotere sconsolato la testa perché c’è dell’altro. Anche il titolo dello “studio” mostra inattese attitudini alla mutazione: un giorno è Il reato da controllo mentale: quando una setta..., per diventare poi Controllo mentale e reati: quando le sette.... Infine, sempre dal sito del CeSAP, leggiamo che lo “studio” si è ristretto come una maglia di lana a una Tesina, il che conferma i dubbi sollevati all’inizio del capitolo da quel suo definirsi formata in Criminologia Giudiziaria.



La pagina del sito del CeSAP che riporta l’anno 1999





Particolare del sito curriculum; l’anno è il 2000 e il titolo è diverso



  • ha realizzato per la Loffredo Editore un cdrom interattivo allegato al testo di Educazione alla Convivenza Civile, dal titolo 'Missione possibile', per le scuole medie (anno 2004)


Dopo i leciti sospetti, le evidenti ripetizioni, le ilarità e le medaglie di latta, si arriva ora a una conclamata menzogna. Il cdromvantato, che poi sarebbe un CD-ROM, esiste solo nella sua immaginazione, di cui il suo curriculum è molto debitore. Emblematico anche lo sgarbo del non riportare gli autori del testo: M. P. Ancora, A. Aveta, E. Palmieri. Il libro esiste, e se ne può trovare la scheda in Internet, ma il CD-ROM non esiste. In proposito, vale la pena riportare una dichiarazione della dr.ssa Tinelli del 23 marzo 2008: Non amo la menzogna e non sono capace di affermare cose non vere.





  • Iscritta all’Ordine dei Giornalisti, scrive su quotidiani e periodici

  • direttore responsabile della rivista LABYRIS


Una precisazione:
Iscritta all’Ordine dei Giornalisti non compare nel sito-curriculum. Questa qualifica viene dichiarata (La sottoscritta [...] dichiara quanto segue:) nella pagina “Dati Personali” della perizia - redatta per una causa giudiziaria - a cui si è già accennato e che vedremo nel terzo capitolo.






Questa dichiarazione di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti viene trattata in questo capitolo per omogeneità tematica. Il motivo si stenta a crederlo. Adesso però non pensate male: è peggio. Al pari del CD-ROM interattivo è una menzogna. Uso volutamente il termine tranchant “menzogna”, perché è di questo che si tratta: la dr.ssa Lorita Tinelli non è mai stata giornalista (nemmeno pubblicista) e non è mai stata iscritta all’Ordine dei Giornalisti. Basta chiederlo all’Ordine dei Giornalisti della Puglia. A meno che oltre agli errori dell’Università La Sapienza e dell’Assessorato del Comune di Noci, non si voglia ipotizzarne uno anche dell’Ordine dei Giornalisti della Puglia.

Per questa millanteria la “giornalista” ha preso spunto dal fatto di essere stata iscritta nel “Registro Speciale” presso l’Ordine dei Giornalisti di Puglia, in quanto Direttore Responsabile della rivista Labyris (che vedremo nel capitolo successivo). Non ci si faccia ingannare però da quell’altisonante “Direttore Responsabile” o dal “Registro Speciale”: sono qualifiche che valgono quanto l’iscrizione al Club Alpino Italiano. Chiunque, facendo colazione alla mattina, può nominarsi Direttore Responsabile della rivista che si è inventato poco prima, mentre davanti allo specchio si radeva. C’è una sola formalità da sbrigare: inviare all’Ordine dei Giornalisti una comunicazione contenente nome, cognome, indirizzo e il nome della rivista. Tutto qui. L’iscrizione nel Registro Speciale è una “presa d’atto” che però non dà nessun diritto di dichiararsi iscritti all’Ordine.

Chi è gravido di vanità, partorisce menzogne, dicono.

Per riprenderci dallo sbigottimento, facciamo un break e rimandiamo al secondo capitolo sia “scrive su quotidiani e periodici” sia “ha pubblicato Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova”.



  • ha fondato il CeSAP, di cui è anche Presidente


Fondare un’associazione è come essere Direttore Responsabile, quindi di per sé l’aver fondato un’associazione non significa nulla. Il merito che tale iniziativa può dare è legato al prestigio dell'associazione, e qui non si parla di Telefono Azzurro. Una disamina dell’associazione verrà fatta nel quarto capitolo, ma per dare un’idea del prestigio di cui gode il CeSAP, per il momento mi limito a riportare, dal newsgroup free.it.religioni.scintology, una risposta data a un’acrimoniosa pasdaran del CeSAP, che ben sintetizza le diffuse riserve sull’operato del Centro Studi:

      Cara Patrizia, il suo caso, da solo, è esempio lampante del prodotto di
      eccellenza della Dott.ssa Tinelli e del CeSAP... ” (Pietro Bono 15-1-2009)



  • docente di Psicologia della Comunicazione e di Marketing presso istituti professionali privati


Ho serbato per il finale questa “docenza” perché contiene un retroscena dal sapore burlesco. Si basa su testimonianze verbali di persone che preferiscono mantenere l’anonimato, quindi è legittimo prenderle con beneficio d'inventario. A questo punto sappiamo che le affermazioni della “giornalista” sono da guardare con circospezione, ma in questo caso possiamo abbassare la guardia. Sì, ha un po’ esagerato usando il plurale, ma è sostanzialmente vero, l’esperta, consulente ecc. era davvero docente in un istituto professionale privato: docente in un corso per estetista e parrucchiera.